Potrebbe iniziare con questo titolo la mia biografia.
Con una serie di numeri, che nulla hanno da invidiare alla famosa teoria del matematico Fibonacci, Potrei raccontare e descrivere i singoli episodi della mia malattia degenerativa, o per meglio dire delle mie malattie degenerative.
Ma la Leucemia Promielocitica, che mi ha colpito nel 2007 non fa più parte di questo elenco, purtroppo è stata la conseguenza ad una cura non approfondita e non ben calcolata dai medici che me l’hanno sottoposta.
Errori matematici che si sono fatti sui farmaci e su di me. Potrei usare dei nomi, tutti in inglese, per arricchire i racconti dei singoli episodi, farmaci usati, ora lo posso dire ,con troppa leggerezza, con poca capacità medica.
TRATTAMENTO DI LIBERAZIONE
Ebbene oggi a distanza di 17 lunghi anni la mia disabilità potrebbe essere ridotta del 30%,fino ad un massimo di 40%, con una semplice operazione che consiste nell’apertura delle arterie e delle vene tramite una semplice operazione, per far sì che il sangue arterioso arrivi correttamente al cervello.
Studi recenti condotti dal Prof. Paolo Zamboni e dei suoi collaboratori presso l’Azienda Ospedaliera - Universitaria di Ferrara e dal Dott. Fabrizio Salvi dell’Università di Bologna indicano che la malformazione nota come “insufficienza venosa cerebro-spinale cronica” (CCSVI) potrebbe contribuire ai danni del sistema nervoso centrale nella sclerosi multipla.
La CCSVI descrive un’anomalia del flusso di sangue in cui il sistema venoso, a causa di malformazioni che causano un restringimento delle principali vene di deflusso del sistema nervoso centrale a livello del collo, del torace e della colonna vertebrale, potrebbe concorrere al danno dei tessuti nella malattia.
I risultati preliminari della complessiva attività di ricerca sin qui svolta dal Prof. Zamboni hanno sollevato non solo il comprensibile interesse e le aspettative delle persone colpite da SM, ma anche un intenso dibattito all’interno della comunità scientifica.
La CCSVI è stata individuata la prima volta attraverso un esame con Eco Color Doppler transcranico ed extracranico. I risultati del team del professor Zamboni confermano come l’EcoColorDoppler sia uno strumento di diagnosi potente e non invasivo. È altamente specifico nello scoprire il tipo di distribuzione delle stenosi delle vene extracraniche e di quelle extravertebrali, con una sensibilità trascurabile.
Per maggiore accuratezza diagnostica, altri tipi di stenosi possono essere diagnosticati mediante una venografia selettiva che consente di visualizzare i distretti venosi ma anche in questo caso occorre che l'operatore sia opportunamente istruito su cosa ricercare. Questi metodi diagnostici hanno permesso di individuare un'ostruzione alle giugulari nei pazienti affetti da sclerosi multipla
TRATTAMENTO DELLA CCSVI
La sindrome quando causa stenosi può essere trattata attraverso angioplastica dilatativa o PTA. L'intevento consiste nel praticare una puntura endovenosa attraverso la quale viene fatto navigare un catetere guidato da un radiologo. Quando si raggiungono le vene bloccate queste vengono dilatate gonfiando un palloncino posto sul catetere.
Con una serie di numeri, che nulla hanno da invidiare alla famosa teoria del matematico Fibonacci, Potrei raccontare e descrivere i singoli episodi della mia malattia degenerativa, o per meglio dire delle mie malattie degenerative.
Ma la Leucemia Promielocitica, che mi ha colpito nel 2007 non fa più parte di questo elenco, purtroppo è stata la conseguenza ad una cura non approfondita e non ben calcolata dai medici che me l’hanno sottoposta.
Errori matematici che si sono fatti sui farmaci e su di me. Potrei usare dei nomi, tutti in inglese, per arricchire i racconti dei singoli episodi, farmaci usati, ora lo posso dire ,con troppa leggerezza, con poca capacità medica.
TRATTAMENTO DI LIBERAZIONE
Ebbene oggi a distanza di 17 lunghi anni la mia disabilità potrebbe essere ridotta del 30%,fino ad un massimo di 40%, con una semplice operazione che consiste nell’apertura delle arterie e delle vene tramite una semplice operazione, per far sì che il sangue arterioso arrivi correttamente al cervello.
Studi recenti condotti dal Prof. Paolo Zamboni e dei suoi collaboratori presso l’Azienda Ospedaliera - Universitaria di Ferrara e dal Dott. Fabrizio Salvi dell’Università di Bologna indicano che la malformazione nota come “insufficienza venosa cerebro-spinale cronica” (CCSVI) potrebbe contribuire ai danni del sistema nervoso centrale nella sclerosi multipla.
La CCSVI descrive un’anomalia del flusso di sangue in cui il sistema venoso, a causa di malformazioni che causano un restringimento delle principali vene di deflusso del sistema nervoso centrale a livello del collo, del torace e della colonna vertebrale, potrebbe concorrere al danno dei tessuti nella malattia.
I risultati preliminari della complessiva attività di ricerca sin qui svolta dal Prof. Zamboni hanno sollevato non solo il comprensibile interesse e le aspettative delle persone colpite da SM, ma anche un intenso dibattito all’interno della comunità scientifica.
La CCSVI è stata individuata la prima volta attraverso un esame con Eco Color Doppler transcranico ed extracranico. I risultati del team del professor Zamboni confermano come l’EcoColorDoppler sia uno strumento di diagnosi potente e non invasivo. È altamente specifico nello scoprire il tipo di distribuzione delle stenosi delle vene extracraniche e di quelle extravertebrali, con una sensibilità trascurabile.
Per maggiore accuratezza diagnostica, altri tipi di stenosi possono essere diagnosticati mediante una venografia selettiva che consente di visualizzare i distretti venosi ma anche in questo caso occorre che l'operatore sia opportunamente istruito su cosa ricercare. Questi metodi diagnostici hanno permesso di individuare un'ostruzione alle giugulari nei pazienti affetti da sclerosi multipla
TRATTAMENTO DELLA CCSVI
La sindrome quando causa stenosi può essere trattata attraverso angioplastica dilatativa o PTA. L'intevento consiste nel praticare una puntura endovenosa attraverso la quale viene fatto navigare un catetere guidato da un radiologo. Quando si raggiungono le vene bloccate queste vengono dilatate gonfiando un palloncino posto sul catetere.